Riaprire i Navigli
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10+5 FESTA DELL'ASSOCIAZIONE, Milano 20 luglio 2017 - Una storia lunga 10 anni che merita di essere ricordata.

17 luglio 2017

DIECI ANNI FA NASCEVA L’IDEA ORGANICA DI RIAPRIRE GLI OTTO CHILOMETRI CHE SEPARANO CASSINA DE’ POMM DALLA DARSENA
Era la prima volta che questo progetto veniva studiato nella sua completezza, si era in precedenza parlato di aprire le conche, e in particolare quelle dell’Incoronata e quella di Viarenna, qualcuno aveva avanzato l’ipotesi di aprirne dei pezzi come il Tombon di San Marco, ma mai si era pensato che fosse possibile aprirli tutti soprattutto per metter in collegamento l’Adda attraverso la Martesana con Pavia e il mare e per ricostruire e completare l’antica rete dei Navigli lombardi. Quindi come dicemmo subito 8 chilometri per metterne in funzione 140.
Ciò avvenne esattamente sul finire del 2007 durante il corso di Teorie urbanistiche e qualità urbana diretto da Roberto Biscardini e Andrea Cassone, mentre si stava studiando il Progetto di Garibaldi-Repubblica e quindi in particolare Via Melchiorre Gioia.
Nei tre anni successivi fino al 2010 si lavoro con gli studenti, si fecero le primi tesi di Laurea e si andò ben oltre due idee che già allora andavano per la maggiore.
La prima meritoria è quella più che venticinquennale di Empio Malara, che nella sostanza non propose mai la riapertura di questo tratto di Navigli, ma la ricostruzione dell’itinerario del tracciato navigabile da Locarno a Venezia, sostanzialmente già esistente ma che abbisognava però, allora come oggi, per essere navigabile della ricostruzione delle conche, dell’eliminazione dei punti di conflitto e degli attraversamenti a raso dal Lago Maggiore, lungo il Naviglio Grande, la Darsena poi il Naviglio Pavese, quindi il Ticino, il Po e il mare.
I tre anni successivi si avviano le prime verifiche
La seconda impostazione di alcuni noti architetti, era che non si dovesse aprire i Navigli ricoperti a Milano dal 1029 agli anni ’60, ma solo riqualificare quelli esistenti.
Concezione urbanistica diversa da quella che proponemmo subito noi, ribaltando il punto di vista: riaprire i Navigli avrebbe rappresentato per Milano, e lo sarà, la più grande trasformazione urbana che Milano avrebbe mai conosciuto, una nuova modernità, in nome di un nuovo paesaggio, di una nuova qualità urbane e dell’ambiente. Anche perché tutte le grida manzoniane a favore della riqualificazione di quelli esistenti non aveva dato alcun frutto. Anzi si può oggi dire a ragion veduta, che tutto ciò che si è fatto in questi anni sui Navigli esistenti ha preso le mosse dalla grande spinta della proposta strategica di riaprirli tutti, per ricostruire in senso moderno il vecchio tracciato.
Lasciata l’università Biscardini e Cassone propongono insieme ad un gruppo di amici la costituzione di una associazione che verrà registrata nel 2012 e così
CINQUE ANNI FA NASCEVA L’ASSOCIAZIONE RIAPRIRE I NAVIGLI
Sono stati questi dieci anni di battaglie, di impegno quotidiano, per realizzare lo scopo sociale che ci eravamo riproposti di realizzare, incoraggiati anche dal referendum del 2011 proposto da MilanosiMuove, e svoltosi in coincidenza con le elezioni del amministrative.
Il primo messaggio della Associazione non doveva lasciare alcun dubbio, e su questo itinerario ci siamo mossi in tutti questi anni raggiungendo, con un impegno anche economico dei soci, straordinari risultati.
Dovevamo spiegare e far capire, costruendo consenso, alleanze nella politica, nelle istituzioni e nella società, che non si tratta di ricostruire con un operazione nostalgica o antiquaria gli antichi navigli, ma così come è avvenuto e sta avvenendo in molte città europee e mondiali, ricostruire i vecchi canali per cambiare la città, per dar avvio a nuove opportunità ambientali, economiche e sociali.
Da qui il nostro primo e ancora attualissimo volantino, stampato e distribuito in più di 200.000 copie, dal titolo RIFACCIAMO MILANO SULL’ACQUA, per ricoprire il senso e l’anima di questa città, nata sull’acqua, all’insegna del
CI GUADAGNEREMO TUTTI.
Cinque anni di grandi attività. Tre pubblicazioni. Centinaia di convegni e incontri. Sollecitazione al Comune a alla Regione perché facessero proprio questa visone strategica del progetto. Perché si capisse che l’opera non è un costo ma un investimento economico e sociale per la città e la regione da tantissimi punti di vista. Le battaglie perché fosse inserito negli atti ufficiali del Comune di Milano e della Regione Lombardia. Perché diventasse patrimonio dei cittadini e di tutti i milanesi, con un impegno che è andato crescendo nella società, nei quartieri ed anche nelle scuole. Un sito che raccoglie materiali e documentazione utili per orientare il lavoro ancora da fare. Una pagina facebook con più di 20.000 like. Materiale di propaganda e piani di comunicazione che ci sono costati fatica e impegno. Da soli.
Adesso si può dire che il grosso dal punto di vista del consenso è fatto. Ma non basta. L’associazione Riaprire i Navigli che è consapevole di aver imposto la strategia generale dell’intervento, adesso vuole fare ancora di più, due sono gli obiettivi a venire: mettere nero su bianco affinché l’opera possa essere realizzata e finanziata in modo innovativo e con il minimo impegno, se non addirittura nulla, della finanza pubblica o comunale. E soprattutto che, se si vuole, si può fare in fretta e bene. Per una città più bella che sarà presa ad esempio in tutto il mondo.
Dieci anni di battaglie e di successi.
E adesso andiamo avanti.
 
 



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