Riaprire i Navigli
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Ancora un’altra estate senza Navigli. di Roberto Biscardini

25 maggio 2023

Nell’estate del 2011 più di 450.000 cittadini milanesi, pari al 95% degli elettori, andarono alle urne per votare a favore della riapertura dei Navigli a Milano. Da quel giorno i milanesi pensarono che sarebbero stati sufficienti pochi anni per vedere realizzato il sogno di ridare a Milano quei “maledetti” otto chilometri chiusi a partire dal 1929. Pensarono che il voto popolare fosse immediatamente rispettato e che l’antico percorso navigabile del Naviglio Martesana, che entrava in città percorrendo a cielo aperto via Melchiorre Gioia e la cerchia interna dei Navigli fino alla Darsena, sarebbe presto diventato realtà.

Purtroppo le cose non sono andate così. Siamo nel 2023, a dodici anni di distanza da quel voto. E non sappiamo ancora quante estati dovranno passare perché l’acqua possa scorrere, ancora una volta dalla Cassina de’ Pomm alla Darsena, consentendo alle imbarcazioni di raggiungere Milano e poi Pavia e Venezia dal Lago di Como attraverso il Naviglio di Paderno e il Naviglio Martesana.

Ci auguriamo che non siano molte.

In un nostro cronoprogramma, consegnato di qualche anno fa alla amministrazione comunale, avevamo indicato come obiettivo la riapertura della conca di Viarenna (opera assolutamente semplice) entro il 2021 e la riapertura di tutto il tratto dei Navigli milanesi entro le Olimpiadi del 2026. Non era un obbiettivo impossibile, avendo alle spalle lo studio di fattibilità realizzato dal Politecnico di Milano nel 2015 e il progetto di verifica ingegneristica realizzato da MM nel 2019. Adesso la macchina comunale sembra essersi arrestata. E la domanda ricorrente che ci viene rivolta è: quando inizieranno i lavori? Una domanda alla quale non riusciamo a dare risposta, nonostante un contributo alla concretezza sia stato dato ancora dalla nostra Associazione promuovendo, lo scorso anno, un bando di concorso di architettura al quale hanno partecipato più di cento gruppi da tutto il mondo, confermando che la riapertura dei Navigli a Milano avrebbe degli effetti straordinari dal punto di vista della qualità ambientale e urbana per l’intera città. Perché riaprire i Navigli rappresenterebbe una vera alternativa qualitativa alla cosiddetta città “moderna”. Una alternativa democratica. Per una città fruibile da tutti, rispetto ad un modello di città che sembra rivolta più agli interessi di pochi anziché agli interessi di tutti. Una città veramente ecologica, nella quale il valore del paesaggio urbano diventa sostanziale. Valorizzando il significato di una città orizzontale, fruibile da tutti alla quota zero. La città delle tante aree che i Navigli potranno rendere pubbliche intorno a loro. Un’alternativa alla “città verticale”, qualche volta bella, qualche volta no, nella quale primeggiano i “grattacieli per ricchi”.

Un recente libro pubblicato dalla nostra associazione dal titolo “Le Conche. Per la navigabilità dei navigli lombardi” ha documentato, anche attraverso un bellissimo rilievo fotografico, le cinquantaquattro conche distribuite su tutti i Navigli della Lombardia, quasi tutte dismesse, che insieme al progetto della riapertura dei Navigli a Milano andrebbero restaurate per garantire la navigabilità della grande rete dei Navigli lombardi. Una delle più grandi reti di navigazione d’Europa se fosse riqualificata, curata e perfezionata.

Un territorio spesso non conosciuto. Di bellissimi paesaggi. Quelli pre-collinari dell’Adda, quelli fluviali del Ticino e quelli straordinariamente ancora agricoli del Naviglio Pavese e del Naviglio di Bereguardo. Arriva l’estate, in assenza dei navigli in città, dedichiamoci ai Navigli della Lombardia, per conoscere nuovi paesaggi. 





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