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Da Locarno a Venezia passando per il Naviglio - la Provincia PAVESE 28 settembre 2015

28 settembre 2015

PAVIA. Collegare Locarno a Venezia attraverso il tracciato dei Navigli e il fiume Po. Un progetto decisamente ambizioso, del quale si è iniziato a parlare in un incontro tra il sindaco, Massimo Depaoli, il consigliere Pd, Giovanni Magni, e due eccezionali esperti di navigabilità dei navigli: l’architetto Empio Malara e Roberto Biscardini, ex senatore dello Sdi e presidente dell’associazione “Riaprire i navigli”. «È stata una discussione preliminare – spiega il sindaco – perchè si è già intervenuti in molti punti a monte e a valle della città di Pavia. Manca il tratto pavese per il problema legato ad alcuni ponti e al restauro delle “conche”. Si potrebbe fare riferimento a finanziamenti previsti da un progetto italo-svizzero ma ovviamente la discussione è solo alle battute iniziali».Considerato il successo che, a Milano, ha riscosso il recupero e la valorizzazione della Darsena, anche Pavia sta facendo un pensierino in questo senso. «Potremmo recuperarla anche noi – prosegue il sindaco – e trasformarla in un punto d’approdo per chi intenda visitare il castello». Il consigliere Giovanni Magni sta seguendo la vicenda insieme all’associazione “Strada Nuova”, un circolo politico culturale che, come prima iniziativa, si è posto l’obbiettivo della valorizzazione del Naviglio. «Francamente, al momento non abbiamo indicazioni sicure sulla somma che sarebbe necessaria per rendere nuovamente il Naviglio percorribile dalle imbarcazioni. Stiamo cercando di recuperare uno studio di fattibilità che, in passato, aveva preso in considerazione il tratto urbano del canale. L’architetto Malara mi ha riferito che la Regione avrebbe revocato il decreto di non navigabilità del Naviglio, che risale a molti anni fa. Insomma, il Naviglio è una ricorsa che potrebbe essere utilizzata per diverse iniziative, da quelle turistiche a quelle sportive. Ed è un peccato non approfittarne».
Il recupero del tratto pavese, comunque, farebbe parte di un disegno più ampio illustrato sul sito internet www.locarnomilanovenezia.com. «Dalla cittadina svizzera di Locarno – si legge – il percorso scende dal Lago Maggiore fino ad Arona e Sesto Calende, per poi proseguire sul fiume Ticino fino alle dighe del Panperduto in località di Somma Lombardo (nelle vicinanze dell’aeroporto della Malpensa). Dalla suggestiva diga ottocentesca del Panperduto, nel cuore del Parco del Ticino, verranno potenziati i percorsi navigabili, ciclabili e pedonali del canale del Naviglio Grande fino alla Darsena di Milano e del canale Villoresi che collegherà il sito dell’Expo. Dalla Darsena di Milano il percorso prosegue verso Pavia sul Naviglio Pavese per poi rientrare sul fiume Ticino, sboccando infine sul fiume Po e passando da Piacenza, Cremona e Ferrara per arrivare nella laguna veneta e sfociare nel mare Adriatico a Venezia».
Ovviamente, il progetto di idrovia non riguarda tanto il trasporto di merci o persone, che sarebbe decisamente troppo lento per essere concorrenziale rispetto ad auto o treno, quanto. «L’affascinante itinerario turistico che collega Milano, Venezia e Locarno attraverso la storica via d’acqua tracciata dal Fiume Ticino, dal Lago Maggiore e dal fiume Po, verrà ulteriormente valorizzato grazie a numerosi progetti transfrontalieri in fase di realizzazione sul percorso Locarno-Milano inseriti nel contesto dell’esposizione universale Expo 2015 di Milano».(f.m.)



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