Riaprire i Navigli
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“I NAVIGLI PER MILANO” - 31 ottobre 2013 – Milano, Palazzo della Triennale Sintesi dell’intervento di Roberto Biscardini illustrato da Giuseppe Villoresi

31 ottobre 2013

1. La nostra Associazione si è costituita un anno fa con il compito di far conoscere il progetto della riapertura dei navigli e promuovere nei tempi più rapidi possibili la realizzazione di questa grande opera.
Ci riferiamo ai navigli chiusi tra il 1929 e gli anni ‘60, chiusi dal governo Mussolini, per fare spazio a quella che allora venne interpretata come modernità: spazio alle auto, che oggi corrono di notte come se fossero su un’autostrada a 100 km/h sulla Cerchia dei Navigli, nella vicinanze del Duomo e del centro storico nonostante siamo all’interno di Area C e le annunciate politiche di riduzione del traffico.
2. Stiamo parlando di 8 km di Navigli nuovi che ripercorrono, pur in forma diversa, il vecchio tracciato da Cassina de’ Pomm lungo via Melchiorre Gioia e poi San Marco e poi ancora lungo la Cerchia fino alla Darsena.
Con l’obiettivo di dare a milano una nuova e grande opportunità.
Un grande progetto per il futuro, segno di una nuova Modernità improntata alla qualità della vita e ricucire il danno creato quando, con la loro chiusura, Milano ha perso uno dei segni più caratteristici della sua storia, un elemento qualificativo della forma della città, perse l’uso e la vista delle sua acque. Cancellò l’idea, più che millenaria, che Milano fosse città d’acqua.
3. E’ un progetto assolutamente fattibile in tempi relativamente brevi.
Fattibile dal punto di vista: architettonico, finanziario, ingegneristico, idraulico, trasportistico. Con la finalità principale di garantire non solo la navigazione dentro la città di milano ma su tutti i Navigli della Lombardia.
4. Un’opera di 8 km in Milano, elemento fondamentale per mettere a sistema la valorizzazione dei 140 km di Navigli esistenti e di garantire la navigabilità su tutto questo sistema dal Lago Maggiore e dal Lago di Como fino all’Adriatico.
5. Come si vede, non è un’opera di restauro di un vecchio manufatto che non c’è più, ma un’opera nuova che produrrà differenti e molteplici vantaggi per la Milano del futuro, vantaggi ambientali ed economici. Un progetto moderno per le future generazioni.
Faccio solo un esempio: se si riapre il sistema che era stato interrotto e si mette in rete il Naviglio Martesana col Naviglio Grande e il Naviglio Pavese non solo garantiremo differenziati modi di navigabilità, dalla canoa ai piccoli bateau mouche, ma realizzeremo, per esempio, una delle piste ciclabili più lunghe d’Europa che attraversa la Lombardia e Milano fino al mare.
6. L’Associazione Riaprire i Navigli a fianco dello straordinario lavoro svolto in tanti anni dall’Associazione Amici dei Navigli e dall’architetto Malara e a fianco degli studi preliminari che sono in corso presso il Politecnico di Milano, si e’ data l’obiettivo di definire i criteri strategici che secondo noi dovranno essere alla base della progettazione e della realizzazione dell’opera.
Un primo contributo da discutere nei prossimi mesi con le istituzioni e con la città
che serve a definire dentro un quadro strategico generale gli aspetti costruttivi,
quelli finanziari e le procedure, non semplici, ma che devono essere definite con chiarezza perchè possano garantire tempi di esecuzione e quindi costi certi.
7. Posso dare oggi solo qualche anticipazione:
- la riapertura dei Navigli è un’opera che si realizza in Milano ma riguarda tutta la Lombardia . Quindi spetterà anche alla Regione sedersi ad un tavolo per coordinare gli effetti sull’intero sistema idraulico e sulla gestione delle acque.
- per l’inaugurazione dell’Expo non arriveremo in tempo, ma quella è la sede giusta per illustrare al mondo il valore straordinario di questo progetto e per il quale i milanesi con un referendum hanno già detto di si.
- In attesa che l’intero progetto venga definito, ma soprattutto siano concordate le procedure per la sua realizzazione, si può incominciare per l’Expo a dare il segno tangibile che l’acqua ritorna in città. Per questo si può realizzare subito la Conca dell’Incoronata, nei pressi di via San Marco, il cui costo è molto limitato e la Conca di Viarenna in Conca del Naviglio, progetto già donato dall’architetto Malara all’amministrazione comunale.
8. Ritorniamo al progetto generale.
Abbiamo calcolato che l’impegno finanziario per realizzare l’intero progetto è di circa 150 milioni.
Il Naviglio con larghezza variabile tra i 10 e 12 metri, (la più larga possibile) correrà al centro di via Melchiorre Gioia e lungo la parte interna sulla cerchia dei Navigli per arrivare poi alla Darsena.
Abbiamo calcolato che in aggiunta a questi costi occorrerebbe fra Regione e Comune mettere in cantiere subito i problemi dell’esondazione del Seveso e a bilancio 20 milioni per la ribacinizzazione del Seveso tra l’ingresso di via Melchiorre Gioia al Redefossi .
Così, il Naviglio, secondo alcune nostre valutazioni, lungo via Melchiorre Gioia potrà correre, diversamente da quanto accade oggi, sopra al letto di scorrimento del torrente Seveso, che separando le sue acque da quelle della Martesana si riverserà come oggi nel Redefossi, mentre la Martesana proseguirà con le sue acque verso San Marco.
9. Il Naviglio attraverserà Milano e sarà attraversato da 20 sovrappassi veicolari a raso che non creeranno alcun problema alla circolazione e alla viabilità, più alcuni punti pedonali.
10. Qualche accenno sul finanziamento dell’opera.
Secondo noi la riapertura dei Navigli può essere finanziata con il contributo dei privati per oltre il 50 % dei suoi costi utilizzando la procedura del project financing con sicure fonti di remunerazione del capitale investito, tenendo conto dei vantaggi economici che esso può produrre sulla città: la gestione delle risorse idriche, la produzione di energia elettrica alternativa, lo sviluppo dell’attività turistica, la valorizzazione del sottosuolo anche con la realizzazione di parcheggi interrati, la gestione della navigazione turistica ed altre attività ancora.
I finanziamenti rimanenti potrebbero essere coperti in parte dal ricorso a una sottoscrizione o azionariato popolare che coinvolga anche imprese, sistema finanziario milanese e cittadini.
Infine, finanziamenti pubblici ed in particolare finanziamenti europei, che sono già arrivati in Lombardia sia nel 2000 che nel 2007 e destinati alla riqualificazione dei Navigli esistenti, potrebbero arrivare al progetto Navigli all’interno del programma finanziato dall’Europa per la navigazione del Po.
11. Come ho sempre ripetuto, quest’opera si può fare.
Si possono trovare anche risorse private o pubbliche, senza gravare sul bilancio comunale, a condizione che l’amministrazione comunale sia disposta a definire una procedura speciale, per garantire che l’opera si possa fare in tempi e con costi certi, anche riproponendo procedure speciali del tipo di quelle già adottate per la realizzazione di Expo.
12. Realizzare questo progetto significa dimostrare al mondo l’eccellenza di Milano e ritrovare la sua storica capacità di rinnovarsi e trasformarsi.


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