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IL SISTEMA DEI NAVGLI NEL PAESAGGIO LOMBARDO di Roberto Biscardini. Intervento al convegno del 24 marzo 2011 organizzato da AIPAPP Lombardia

24 marzo 2011

Il progetto di riapertura dei Navigli in Milano è parte fondamentale del sistema infrastrutturale del paesaggio lombardo, concepito nella sua unitarietà di "città Lombardia", nell'alternarsi di città e campagne. Città dei nove milioni di abitanti, città policentrica. Paesaggio esistente e paesaggio da costruire come aspirazione di nuova cultura civiltà.
Il progetto dei Navigli è quindi uno strumento per il perfezionamento di questo sistema e di questo paesaggio, con l'obiettivo di restituire continuità alla rete della mobilità via acqua, dentro la città capoluogo e fuori.
Nonostante questo perfezionamento il progetto riguarda opere da realizzare tutte dentro la città di Milano, intesa nella sua dimensione regionale. Riguarda quindi un modello di città policentrica e di grande area urbana e non il modello di città monocentrica, nell'ottica di città che vive e che pensa se stessa solo dentro i propri confini daziari. Alla dimensione di come Carlo Cattaneo guardava alla Lombardia. Insieme di città.
Infatti al pari, e con la stesso approccio scientifico, bisognerebbe ricostruire, storicizzando, la continuità delle reti stradali e ferroviarie, anch'esse interrotte in Milano nel corso del secolo scorso contestualmente alla crescita del suo intorno metropolitano e del trasporto su gomma. Esattamente come tu interrotto drammaticamente il Naviglio.
Perfezionamento del sistema policentrico della grande area urbana lombarda, quindi, come alternativa ad una deriva verso modelli esclusivamente congestivi e di espansione insediativa indifferenziata, riscoprendo il valore del paesaggio lombardo come espressione riconoscibile di cultura e civiltà.
Come ricorda bene l'architetto Empio Malara, i Navigli furono chiusi dal 1929 al 1960, ma soprattutto, quando li si chiuse nell'ultimo tratto lungo Via Melchiorre Gioia, ciò avvenne nel disinteresse più generale dei cittadini milanesi.
Nelle immagini che vedete alle mie spalle almeno, almeno per suggestioni, sono individuate alle diverse scale le implicazioni del progetto "Riapertura dei Navigli" con il grande paesaggio urbano regionale, fino a quello locale. Quindi i contenuti principali di un progetto di questa natura. Si capiscono le intersezioni e il significato di un progetto complessivo che regge appunto alle scale. Alla scala macrourbanistica, quella micro e quella della architettura. Come si può intuire, ho voluto appositamente orientare la suggestione di questo incontro sulla parte più controversa.
Potrete vedere anche dal progetto di laurea che oggi vi illustriamo, cosa comporti l'apertura dei Navigli nella parte più nobile e centrale della città, ma quante potenzialità straordinarie ha un progetto di questo genere sul paesaggio urbano, in una parte meno attraente e più compromessa della città, come lo è tuttora via Melchiorre Gioia.
Infine qualche considerazione sulla sua fattibilità.
Partendo dalla considerazione che di solito quando si parla di riapertura dei Navigli si tende a dire, "è inutile" e forse colpevolmente non si è fatto lo sforzo di essere sufficientemente concreti.
Sapendo che occorre superare il blocco psicologico del "non si può fare" o "a che cosa serve", che è l'esatto atteggiamento del blocco psicologico che portò nell'indifferenza alla loro chiusura, abbiamo lavorato molto sul concreto.
Sostenendo e verificando la fattibilità verso questi primi vantaggi:
1. quale esempio migliore per costruire un paesaggio nuovo nel quale convivono i segni del passato, le radici del paesaggio antico insieme ai simboli della modernità?
2. quale esempio migliore per riprendere alle soglie del ventunesimo secolo i tratti dell'antica Milano città d'acqua?
3. quale esempio migliore per realizzare intorno ad una grande opera una nuova occasione di attrattività per Milano città mondiale?
Tre considerazione che dimostrano quanto sia forte il messaggio che possiamo dare e quanto possa essere convincente la sua realizzazione se si parte da una idea certa di Milano e della grande città Lombardia.
Infine qualche considerazione sulla sua fattibilità
I Navigli come nuova cultura civiltà sono assolutamente fattibili:
- dal punto di vista tecnico ingegneristico, è facile realizzarli pur su un tracciato leggermente diverso da quello storico, mantenendo le vecchie pendenze, quelle che garantivano attraversamenti stradali tutti facilmente ripristinabili;
- dal punto di vista della viabilità, possono essere realizzati sistemi che garantendo l'accessibilità locale, mentre i flussi di traffico attuale che dalla Cerchia dei Navigli dovrà essere assolutamente eliminato, sarà facilmente trasferibile per quantità nelle aree più esterne e sulla circonvallazione dei Bastioni;
- dal punto di vista del disegno e del paesaggio urbano, sarà occasione di nuove progettazioni e nuove opportunità, proprio perché il Naviglio non potrà mai essere espressione di un puro restauro filologico, ma storicizzando un progetto per il futuro;
- dal punto di vista politico è fattibile nel coordinamento delle diverse istituzioni. A questo proposito sarà decisivo il ruolo del Comune di Milano, nel coinvolgimento della Provincia e della Regione;
- dal punto di vista economico e finanziario in un mix attendibile di risorse pubbliche e private. Da concordare attraverso la procedura di un accordo di programma. Le risorse private può trovare redditività nel finanziamento di un'opera pubblica che può consentire interventi remunerativi nel sottosuolo (un'occasione per integrare il piano dei parcheggi realizzandone alcuni molto importanti nell'intorno del suo percorso), ma anche altri interventi.
Il costo dell'intera opera può aggirarsi tra i 70 e i 100 milioni di euro per una lunghezza complessiva di 8 km, comprendendo in questa stima sia le opere di ingegneria, il ripristino degli attraversamenti stradali e le opere di sistemazione microurbanistica e architettura al contorno.
L'intero progetto di riapertura dei Navigli costerebbe quindi quanto il costo di un chilometro di metropolitana con un'efficacia sulla città molto maggiore di un chilometro di metropolitana, ma molto maggiore anche di quella che ha attualmente, con il suo straordinario fascino, il Canal Saint Martin a Parigi.


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