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L’APPELLO AL COMUNE. INVESTIRE DI PIÙ SUL RISCALDAMENTO A BASSO IMPATTO di Giorgio Goggi dal Giorno del 3 ottobre 2020

03 ottobre 2020

L’APPELLO AL COMUNE
INVESTIRE DI PIÙ SUL RISCALDAMENTO A BASSO IMPATTO
di Giorgio Goggi dal Giorno del 3 ottobre 2020

Il cosiddetto “superbonus” del 110%, istituito dal Governo per la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente, finanzia anche la sostituzione con pompe di calore degli impianti di riscaldamento a combustibile fossile.

Le pompe di calore sono totalmente prive di emissioni inquinanti e la loro gestione costa all’incirca la metà degli impianti a gas o a gasolio.

Sappiamo che la legge impone di abbandonare gli impianti a gasolio entro il 2023, normalmente si pensa di convertirli a gas, ma le pompe di calore garantiscono addirittura inquinamento zero ed il maggior costo della trasformazione viene recuperato con il minor costo di gestione.

Non a caso la gran parte dei nuovi grattacieli milanesi, per esempio la nuova torre della Regione Lombardia, è riscaldata e raffrescata con pompe di calore.

Le pompe di calore richiedono solo un fluido, normalmente l’acqua, da cui estrarre il calore per riscaldare gli edifici o cedere calore per raffreddarli.

Milano galleggia sull’acqua e la prima parte della falda, fino a circa 30 metri di profondità, non è potabile, ma utilizzabile per questi fini.

La falda milanese si sta progressivamente alzando e, per evitare che invada i sotterranei, in città ci sono 95 stazioni di pompaggio che ne tengono basso il livello; l’emunzione effettuata da un maggior numero di pompe di calore potrebbe fornire una collaborazione molto utile a questi fini.

Esiste anche un reticolo idrico minore sottostante la città, formato da vecchi canali, per lo più a secco, che potrebbe essere riattivato, sia per fornire acqua sia per evitare che l’acqua trattata finisca tutta in fognatura, gravando sulla depurazione.

Per non parlare della riapertura dei Navigli che, da sola, fornirebbe acqua per riscaldare 7.000 appartamenti, come ha calcolato Metropolitana Milanese.

Sappiamo tutti che, quando i riscaldamenti non sono in funzione, i dati di inquinamento dell’aria di Milano migliorano, rientrando nei limiti, soprattutto il PM10.

Perché allora il Comune non lancia un programma speciale per la trasformazione degli impianti termici in pompe di calore, incentivando, gestendo e accompagnando un processo virtuoso di trasformazione?

Potrebbe coordinare e assistere i condomìni che vogliano intraprendere la trasformazione, fornire assistenza tecnica con le proprie aziende, segnalare le aree della città più adatte, riaprire gradatamente il reticolo idrico minore.

Il Comune potrebbe stipulare accordi con le banche per facilitare la cessione dei crediti fiscali a tassi più convenienti.

Non ci sarà concorrenza con il teleriscaldamento che, ove possibile, potrà dare il suo contributo.

Si innescherà un processo che andrà ben oltre la disponibilità del “superbonus”, ma alla fine Milano avrà realizzato una trasformazione epocale della città.

Milano avrà d’inverno la stessa qualità dell’aria che ora ha d’estate e i futuri miglioramenti nei motori per autotrazione contribuiranno ad un ulteriore aumento della qualità. 



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