Riaprire i Navigli
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LA POSIZIONE DELL’ASSOCIAZIONE SUL PROGETTO NAVIGLI PRESENTATO DAL COMUNE AL DIBATTITO PUBBLICO

10 settembre 2018

Pubblichiamo con un po’ di ritardo l’intervento di Roberto Biscardini all’Assemblea che si è tenuta il 18 luglio 2018 al Comune di Milano dal titolo “Riaprire i Navigli. Perché, Come e Quando”

18 Luglio 2018
Comune di Milano, Palazzo Marino, Sala Alessi

Riaprire i Navigli. Perché, Come e Quando
Incontro pubblico organizzato dall’Associazione Riaprire i Navigli in occasione del Dibattito Pubblico promosso dal Comune di Milano.
Introduzione di Roberto Biscardini.

Dopo tanti incontri organizzati in occasione del Dibattito Pubblico promosso dal Comune di Milano e dopo i 5 incontri ufficiali organizzati dall’Amministrazione comunale, abbiamo pensato che fosse giusto, come Associazione Riaprire i Navigli, organizzare un incontro rivolto a tutta la città e a tutti i cittadini senza distinzione, non per discutere del progetto delle cinque “vasche”, ma per discutere il progetto generale di riapertura “integrale” degli otto chilometri in Milano dalla Cassina de’ Pomm alla Darsena.

Ringrazio tutti i presenti e in particolare tutte le associazione che hanno aderito al nostro invito e che prenderanno la parola nel corso di questo incontro.
1. Mi
sembra giusto cogliere l’occasione di oggi per ricostruire una breve storia del progetto “riaprire i Navigli a Milano”.
- Nel 1988, in una mostra organizzata da più associazioni, emerse per la prima volta il tema della riapertura dei Navigli che furono chiusi dal 1929 in poi, con l’obbiettivo come diceva il testo di presentazione di una “apertura graduale dei Navigli milanesi”. Poi non se ne fece nulla e gli stessi promotori lasciarono di fatto cadere quella proposta.
- Dopo vent’anni da quella data, nel 2007-2008, la nostra Associazione, allorché non ancora costituita, sulla base di una mia proposta sviluppata presso la Facoltà di Architettura insieme all’architetto Andrea Cassone, pone la questione, con la necessaria radicalità, di aprire integralmente gli otto chilometri mancanti in Milano, via Melchiorre Gioia e la “fossa interna”.
- Di lì a poco, nel 2011, si tiene il Referendum per la riapertura dei Navigli che ha un larghissimo consenso. Durante la Giunta Pisapia, nel 2012, il PGT di Milano fa proprio il progetto e lo inserisce come opera strategica per la città. Oggi Giunta Sala ha indicato la riapertura dei Navigli come un intervento strategico del proprio programma. E finalmente stiamo discutendo oggi di progetti, di lavori, di lotti e di tempi.
2. Dopo dieci anni di durissimo lavoro, con più di 300 iniziative pubbliche, il nostro sito e la nostra pagina face book, migliaia di articoli e pubblicazioni, la nostra Associazione è passata dalla fase in cui venivamo considerati o “matti” o “sognatori” liquidati con una semplice pacca sulla spalla, alla fase in cui siamo ormai accreditati dai più come il soggetto depositario dell’idea, che ha elaborato risposte complessive e diversamente articolate. Oggi non possiamo che esprimere soddisfazione in quanto bene o male, di questo progetto si sta discutendo pubblicamente affrontando anche il tema concreto di come avviare la prima fase dei lavori.
Al Sindaco chiediamo soltanto di riconoscere la primogenitura di questa idea, perche senza la nostra Associazione e senza le iniziative promosse a scala locale e regionale, nelle istituzioni e nella società, questo progetto sarebbe ancora soltanto un’idea vaga.
3. Il problema di oggi è ormai come realizzarlo, perché sia realizzato bene e non si perda per strada lo spirito originario e le motivazioni fondamentali che ne sono alla base. Affinchè non si perda per strada l’anima e la visione.
Per questa ragione in queste ultime settimane abbiamo elaborato un documento articolato in 25 punti, che esprime il parere della nostra Associazione sull’ipotesi avanzata dal Comune di Milano di realizzare cinque tratti anziché l’intero tratto mancante.
5. Qual è lo spirito originario del progetto prospettato da noi dieci anni fa?
Si può sintetizzare in questi punti:
- La riapertura dei Navigli a Milano è contemporaneamente un’opera “milanese” anche funzionale alla riqualificazione dell’intera città, ma è anche un’opera di rilevanza “regionale” funzionale alla ricostruzione dell’intera rete dei Navigli lombardi.
Quindi otto chilometri in Milano per riqualificare Milano e per riattivare la funzionalità dei 140 chilometri della Lombardia.
- Otto chilometri per ripristinare la storica plurifunzionalità dei Navigli e cioè la funzione agricola e la navigabilità che è il vero “cuore” del progetto.
Un progetto che non dovesse prevede la navigabilità è un non senso, anzi, un progetto di riapertura dei Navigli che non preveda la navigabilità è un progetto inutile che è meglio non fare.
6. Con questa iniziativa, il tema della riapertura dei Navigli in Milano, ha fatto di sì di rafforzare in tutta la Lombardia la sensibilità non solo sulla necessità di difendere e di riqualificare i Navigli esistenti, ma sulla necessità di realizzare interventi e programmi tesi complessivamente e subito all’estensione della navigabilità completa della rete.
Pertanto la nostra proposta è quella non solo di riaprire gli otto chilometri in Milano, ma anche ristrutturare subito il Naviglio di Paderno d’Adda, rendere navigabile subito il Naviglio Pavese e il Martesana eliminando gli attraversamenti stradali a raso e ristrutturando le conche di navigazione, infine (ma potrebbe essere paradossalmente tra i primi interventi) ristrutturare la “scala d’acqua” che collega a Pavia il Naviglio con il Ticino.
7. L’idea di fondo del nostro progetto è quindi la ricostruzione dell’itinerario navigabile da Colico a Venezia passando per il Naviglio Martesana e Milano, così come già oggi è facilmente realizzabile l’itinerario da Locarno a Venezia attraverso il Naviglio Grande.
8. La riapertura dei Navigli a Milano produrrà effetti straordinari per la città con riqualificazioni e trasformazioni urbane di grandissimo pregio.
La realizzazione dei Navigli obbligherà a riprogettare buona parte della città alla quota zero, a realizzare nuovi spazi pubblici e a verde, migliorerà la qualità della vita e Milano sarà obbligata a riorganizzazione il traffico perché la città sia meno congestionata e più pedonale. Ma la riapertura dei Navigli sarà anche una nuova grande opportunità di lavoro e di nuova economia. Innovazioni tecnologiche, riqualificazione ambientale e segno di una diversa modernità.
La riapertura dei Navigli sarà quindi l’opera ecologicamente più importante mai realizzata a Milano dal dopoguerra ad oggi.
9. Ad ottobre presenteremo i risultati di una ricerca cha abbiamo da tempo avviato per studiare le ricadute economiche e i vantaggi della riapertura dei Navigli su Milano e per i suoi cittadini.
Una ricerca vuole prospettare nuove modalità di finanziamento dell’opera per favorire, come abbiamo sempre indicato, il coinvolgimento di risorse private e prospettare un modello finanziario che consenta di “catturare” per il finanziamento dell’opera, “cespiti” che essa stessa direttamente o indirettamente può produrre.
Risorse finanziarie anche di natura privata necessarie a realizzare l’opera senza pesare totalmente sulla finanza pubblica, sulle casse comunali, regionali, nazionali ed europee.
Da qui la nostra convinzione che quest’opera rappresenti un investimento e non un costo.
10. Detto  questo le nostre osservazioni al progetto di MM commissionato dal Comune di Milano si possono così sintetizzare:
- non ci convince “i cinque tratti” proposti dal Comune e men che meno la realizzazione della “connessione idraulica sotterranea” (il tubo) necessari solo ad alimentare le “cinque tratte” tra loro senza continuità;
- a nostro parere bisognava, e siamo ancora in tempo a farlo, predisporre un progetto complessivo riguardante l’intero  tratto degli otto chilometri mancanti, da Cassina De’ Pomm alla Darsena, affinché si possa individuare solo dopo la definizione del progetto generale, fasi di attuazione e i lotti di costruzione;
- in questo quadro “le cinque tratte” devono e possono essere ancora messe in discussione. Per esempio perché non ritenere più ragionevole, in alternativa alle “cinque tratte”,  la realizzazione dell’intero tratto di via Melchiorre Gioia fino ai Bastioni comprendendo in questo lotto di lavori la ribacinizzazione del Seveso da via Carissimi ai Bastioni, che tanti problemi crea alla città?
11. Bisogna infine avere chiaro che la riapertura integrale dei Navigli è un’opera relativamente poco costosa, ma economicamente molto vantaggiosa, Essa promuoverà anche indirettamente processi di trasformazione urbana e renderà Milano sempre più bella e più naturale. Come stanno facendo molte città nel mondo, si tratta di investire sull’acqua e sulla bellezza della città facendo di questo obiettivo la vera priorità.
12. A
questo proposito solo una battuta sulla cosiddetta questione delle priorità che alcuni invocano per non realizzare il progetto di riapertura dei Navigli. Nessuna città al mondo costruisce il proprio futuro sul soddisfacimento dei bisogni pregressi, arretrati o immediati. Guardare al futuro, progettare il futuro per realizzazioni nuovi traguardi è un dovere delle vere classi dirigenti. E rappresenta una sfida generazionale che persino il Papa spesso ci ricordaci.
13. Intorno a questo dibattito sulle priorità bisogna saper distinguere dai problemi veri e concreti (alcuni posti molto concretamente da molti cittadini nel corso di questi mesi non per non realizzare la riapertura  ma per realizzarla meglio) dalle posizioni ideologiche  e contrarie al progetto in modo  preconcetto.
A questo proposito, in questi ultimi giorni, ho ricordato amichevolmente ad un amico che se Milano avesse deciso da sempre di intervenire solo per la risoluzione delle priorità pregresse, anche le più evidenti e socialmente utili, avremmo ancora la Scala sventrata dalle bombe del ’43.
Per fortuna così non è stato, i sindaci e i milanesi hanno guardato al futuro, hanno investito in cultura quando le case erano ancora a pezzi, e in questo senso occorre guardare al progetto di riapertura dei Navigli con la necessaria ed obbligata lungimiranza.





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