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MILANO E LA CRISI: TRA FONDI EUROPEI ORDINARI E STRAORDINARI intervista a Carmine Pacente di Raffaele Specchia del 17 settembre 2020

17 settembre 2020

In un momento di crisi post Covid, Milano si trova ad affrontare una difficile sfida economica, sulla quale il ruolo dei fondi è cruciale. Interviene Carmine Pacente, Consigliere Comunale del PD e Presidente della Commissione Politiche Europee del comune e di Anci.

Sono 3 gli strumenti importanti per una grande città come Milano: il Recovery and Resilience Facility, il ReactEu e la parte di nostro interesse del bilancio europeo 2021-2027. Il resto sono dettagli ai quali non dedicherei troppo tempo ed energie.

Gli attori sono il Governo e la Commissione europea. Soltanto per il quadro finanziario 2021-2027 entra in gioco anche la Regione Lombardia per una parte marginale ma comunque utile di risorse. È chiaro che il Governo non può dialogare con una singola città ma è l’ANCI l’interlocutore per tutti, anche per Milano.

Però attivare qualche diplomazia con Roma e con Bruxelles non credo pregiudichi il negoziato, anzi credo sia utile farlo. Certamente con discrezione ma diversamente molte cose ci sfuggirebbero.

Gli strumenti indicati hanno orizzonti temporali differenti ma tutti compresi tra il 2021 e il 2027. Insomma ci giochiamo molto per il futuro prossimo della nostra metropoli". 

Molti giornali riportano 677 miliardi di richieste dai vari ministeri italiani per 209 miliardi disponibili. Più del triplo. Cosa ne pensa?

Che abbia ragione il Ministro Amendola. Una fuga di notizie inopportuna che non andrebbe ulteriormente alimentata. La cosa importante è che alla fine i progetti siano pochi, significativi e soprattutto realizzabili e in linea con le indicazioni della Commissione europea. Sarebbe già una rivoluzione nel nostro Paese. Per fare ciò non deve impegnarsi soltanto il Governo ma anche gli enti territoriali, noi compresi, che dovrebbero evitare lunghe liste della spesa ma indicare poche priorità. E poi realizzarle che è la cosa più difficile in Italia.

Procediamo con ordine. Recovery and Resilience, cosa dovrebbe fare Milano?

Il contrario di ciò che stanno facendo altre città. Almeno da ciò che leggiamo sui giornali. 

Cioè?

Evitare di presentare una lunga lista della spesa chiedendo miliardi come fossero noci per finanziare qualsiasi cosa. Proviamo a essere seri, almeno per una volta. Individuiamo pochi progetti, in linea con le priorità della Commissione europea che ormai conosciamo a memoria visto che ne parliamo da mesi. E chiediamo risorse adeguate e coerenti per realizzarli, in tempi congrui, che resta la cosa più complicata. 

Non è una gara a chi presenta più progetti o a chi indica la cifra più alta. Tanto i fondi, che pure sono molti, non bastano se ciascuno pensa troppo alla campagna elettorale o mostra eccessiva inconsapevolezza.

Secondo punto, il ReactEU, cos'è e cosa sarebbe utile per Milano?

Lo abbiamo ripetuto tante volte. Si tratta di fondi strutturali aggiuntivi per i quali non è obbligatorio il cofinanziamento nazionale. I negoziati sono ancora in alto mare. Di fatto cominciano a fine settembre. Per Milano e per le altre grandi città, sarebbe molto utile gestirne un pezzetto. 

Ci sono tutte le ragioni e gli strumenti per poterlo fare. Lo abbiamo ribadito in più occasioni. Naturalmente alla fine decide il Governo. Speriamo ascolti le nostre ragioni.

Terzo punto. Il prossimo bilancio europeo 2021-2027.

Anche qui, per la parte che ci interessa, la partita dipende dal Governo nazionale e per una piccola parte dalla Regione, nel nostro caso dalla Lombardia.

A che punto siamo col governo?

Mi sembra che il governo stia andando nella direzione da noi auspicata potenziando alcuni strumenti territoriali. Per noi si tratta del PON metro o come si chiamerà. Ma il nome è secondario, ci interessa il contenuto. In estrema sintesi maggiori risorse, nuove priorità e delega di gestione più ampia, aprendo a progetti che coinvolgano anche il territorio metropolitano.

E con la Regione?

Anci Lombardia ha chiesto ufficialmente di non escludere Milano dal riparto dei fondi europei 2021-2027 destinati allo sviluppo urbano ma finora non abbiamo ricevuto grandi rassicurazioni. Sarebbe un peccato un esito diverso. Non soltanto ANCI ma anche l’intero consiglio comunale di Milano ha votato, all'unanimità, questa indicazione. E con i colleghi della Regione ci siamo visti più volte anche a Palazzo Marino su questo tema. Speriamo di riuscire ad arrivare a un risultato positivo per tutti.

È una questione politica?

Credo di no. Come dicevo questa richiesta alla Regione è stata avanzata sia da ANCI che dal consiglio comunale di Milano che l’ha votata all'unanimità, compresi alcuni consiglieri comunali di minoranza che sono consiglieri regionali di maggioranza. Quindi non può essere una questione politica. 

La nostra proposta è equilibrata. Non chiediamo per Milano tutti i fondi europei gestiti dalla regione e destinati allo sviluppo urbano. Chiediamo, al contrario, che Milano non sia completamente esclusa da questa partita. E lo chiediamo tutti assieme, maggioranza e opposizione.

Quando potremo fare un bilancio per Milano su tutti questi fondi europei?

I tempi del negoziato sul bilancio europeo 2021-2027 che dovrebbe entrare in vigore a gennaio si stanno allungando. Anche gli strumenti straordinari del Next Generation non saranno operativi in tempi brevi. All'inizio del prossimo anno avremo le prime indicazioni. Nel frattempo continueremo a monitorare l’andamento dei negoziati con i colleghi di Roma e di Bruxelles.





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