Riaprire i Navigli
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NAVIGLI. DAL COMUNE E DALLA REGIONE DUE NOVITÀ. IL DIBATTITO PUBBLICO UNA BELLA OPPORTUNITÀ di Roberto Biscardini da La Voce Metropolitana del 2 aprile 2018

02 aprile 2018

Sul versante Navigli le notizie che sono arrivate dalle istituzioni nella settimana appena trascorsa sono due. Poche ma assolutamente importanti.
La prima riguarda il Comune di Milano che ha finalmente deciso di abbandonare la strada del referendum a favore della procedura di partecipazione certamente più complessa, ma anche più appropriata, del Dibattito pubblico, sotto la responsabilità dell’Assessore Lipparini.
Una scelta giusta, che la nostra Associazione ha sempre invocato, a fronte di un referendum che sarebbe stato sostanzialmente inutile (perché sostanzialmente ripetitivo rispetto a quello del 2011) e manicheo (non si mette in discussione un’opera così complessa e articolata con un semplice Si o un semplice No).
Questo percorso allargato alla partecipazione e al confronto sulle strategie e sulle caratteristiche che dovrà avere il progetto finale, è la strada più giusta per coinvolgere i cittadini. A condizione che sia gestito bene e sia veramente partecipato.
Utile per discutere di tutto, dalle singole soluzioni progettuali ad ora in elaborazione presso MM (che ancora pochi conoscono), alle procedure, ai tempi di realizzazione, alla discussione su quali opere realizzare prima e quali dopo per garantire nel tempo una riapertura integrale, e secondo logica, degli otto chilometri da Cassina de Pomm alla Darsena.
Un’occasione per dare delle risposte generali su alcune questioni di fondo. Esempio: la cosiddetta connessione idraulica (il cosiddetto “tubo” sotterraneo, che ha un costo non indifferente) serve veramente o è un di più? In alternativa ai cinque piccoli tratti per ora ipotizzati dal Comune si possono privilegiare altri lotti più funzionali? Rispetto ad una tratto molto parziale di via Melchiorre Gioia, perché non affrontare subito la realizzazione completa dell’intero tratto fino ai Bastioni di Porta Nuova, compresa la separazione del Seveso dalla Martesana, risolvendo così un annoso problema idraulico di interesse per tutta la città?
Il dibattito pubblico sarà anche la sede giusta per sottoporre ai cittadini una discussione aperta sulle soluzioni architettoniche da dare al progetto nelle sue singole parti, ma anche per rendere convincente il disegno generale. Per discutere ciò che deve essere e ciò che non deve essere.
Riaprire i Navigli significa realizzare una nuova infrastruttura, sul tracciato di quella antica, come passante idraulico per garantire la navigabilità da nord a sud, per rendere più bella, migliore e moderna la nostra città. Ma non è la riproposizione semplice di quelli vecchi, non è un’operazione “pittoresca” e nostalgica, o di puro arredo urbano per abbellire tratti più o meno nobili della città. Insomma materia ce n’è molta.
La seconda notizia arriva dalla Regione. Il nuovo presidente Fontana ha dichiarato il suo interesse a metterci le mani. Conferma la linea del Consiglio regionale favorevole ad una riapertura integrale dei Navigli a Milano in stretto rapporto con la riqualificazione e riattivazione di tutti i Navigli esistenti. La Regione si dichiara interessata a stipulare con il Comune di Milano un accordo di programma per mettere sul tavolo competenze e responsabilità. E’ disposta a partecipare finanziariamente alla realizzazione dell’opera, ma non pagare a piè di lista. Vuole dire la sua su un intervento che è anche di interesse regionale.
Insomma per recuperare il tempo perduto bisognerebbe sa subito mettersi al tavolo e coordinare ogni fase decisionale dalla progettazione fino alla sua attuazione.
Due fatti nuovi, da considerare con grande attenzione.

Roberto Biscardini
Presidente Associazione Riaprire i Navigli





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