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RIAPRIRE I NAVIGLI! A VANTAGGIO DI TUTTI I MILANESI di Roberto Biscardini da La Voce Metropolitana del 9 luglio 2018

09 luglio 2018

Presenteremo ad ottobre i risultati della ricerca che da mesi stiamo elaborando sul tema della finanziabilità della riapertura dei Navigli a Milano e sul tema delle ricadute economiche che la riapertura dei Navigli avrà su tutta la città. Non solo nel loro immediato intorno, ma ovunque, in termini economici ed occupazionali, in tutti i quartieri ed anche fuori, nella città metropolitana e a scala regionale.
E’ una ricerca che vuole dimostrare come la tesi secondo la quale riaprire i Navigli rappresenti un investimento e non un costo, sia una tesi giusta e quantificabile. Un investimento che potrà garantire vantaggi inaspettati per tutti nel medio e lungo periodo.
Investire sull’acqua fa bene alle città. Non è un caso che molte città del mondo abbiano nei ultimi decenni valorizzato i propri corsi d’acqua, ne abbiano aperti di nuovi, recuperano le reti idrauliche, sia quelle navigabili che no, facendo dell’acqua un fattore di riqualificazione urbana e di nuova competitività. E’ avvenuto così nelle città europee più note, da Londra, a Parigi, Amburgo, Berlino e altre, così come più recentemente, da Madrid a Seul.
Se ancora mi chiedono per quali ragioni bisogna riaprire i Navigli a Milano, rispondo soprattutto con due perché.
Perché occorre ripristinare la rete storica dei Navigli lombardi con la riapertura degli otto chilometri in Milano, per ripristinare la navigabilità dal lago di Como a Venezia passando per il Naviglio di Paderno, il Martesana, la cerchia interna e poi il Naviglio Pavese, il Ticino e il Po.
Secondo, per offrire a Milano la più straordinaria occasione moderna di riqualificazione urbana ed ambientale, di trasformazione urbanistica e di nuove opportunità economiche.
Per questa ragione la nostra Associazione ha espresso delle perplessità sul progetto proposto da MM e dal Comune di Milano, che riduce l’obiettivo generale della riapertura integrale degli otto chilometri, alla riapertura di cinque piccoli tratti più un “tubo” sotterraneo. Cinque piccoli tratti o “vasche” di abbellimento urbano, che in mancanza di un progetto generale non assomigliano minimamente a quello che potrebbe essere una riapertura integrale per lotti progressivi di lavori.
In questo senso siamo dalla parte di coloro che si domandano: perché cinque vasche scollegate una dall’altra e non, per esempio, la realizzazione di un primo lotto coerente di lavori, corrispondente alla riapertura dell’intero tratto di Via Melchiorre Gioia da Cassina de’ Pomm fino ai Bastioni di Porta Nuova? Perché non realizzare subito, senza bisogno di spendere soldi nel “tubo”, la Conca di Viarenna come estensione del bacino della Darsena?
Da questo punto di vista non cambiamo opinione.
L’Associazione Riaprire i Navigli riconferma l’opportunità, così come abbiamo proposto da oltre dieci anni, che la riapertura degli otto chilometri di Navigli in Milano fosse integrale, dalla Cassina de’ Pomm alla Darsena per restituire alla città tutto il tracciato dei Navigli che sono stati chiusi dal 1929 in poi.
Progetti di riapertura solo parziale, che non prevedono la piena navigabilità e non rappresentano anche per il futuro la dimensione economica e culturale dei nostri Navigli, rischiano di compromettere l’obiettivo generale e stravolgono il significato originario della proposta. Quindi inutilmente costosi.
Non ci stancheremo mai di ripetere che il progetto di riapertura dei Navigli ha senso solo se realizzato integralmente. Solo se garantisce la navigabilità integrale della rete dei Navigli lombardi.
Perché il nostro progetto non è né la riproposizione antiquaria dei vecchi Navigli, né un’opera di imbellettamento delle parti più centrali e ricche della città. E’ un’opera popolare, patrimonio dei dieci milioni di abitanti della regione Lombardia, per una nuova idea di città. E’ un’opera ambientale ed ecologica che comporterà necessariamente la riorganizzazione del traffico, promuoverà la realizzazione di nuovi spazi pubblici, nuova qualità per la città, trasformazioni urbane e tecnologiche con risparmi energetici e una diversa qualità dell’aria.
Un progetto relativamente poco costoso, che non supera, compreso la sistemazione del Seveso, 200 milioni di costo delle opere. A cui potranno aggiungersi spese tecniche, iva, eccetera. Poca cosa al confronto dei benefici e delle ricadute economiche positive che esso può produrre. Poca cosa al confronto con altre opere, ugualmente importanti, come la M4 il cui costo è stimato oltre i 2 miliardi di euro.
Per questa ragione non si tratta di aprire la cassa del Comune di Milano e, sulla base di quanto c’è dentro, finanziare quello che si può, si tratta di pensare al progetto finanziario in modo innovativo. Un progetto da realizzare in tempi brevi, per non arrecare disagi eccessivi alla città (4 anni dall’inizio dei lavori), non come una normale opera pubblica, ma coinvolgendo nel finanziamento risorse private e quindi in Project Financing.
Se si seguono modalità innovative di finanziamento, come noi proponiamo, una parte dei vantaggi economici derivanti dalla realizzazione dei Navigli potrà essere utilizzata come fonte di finanziamento dell’opera stessa, e quindi incidere ancora meno sulla finanza pubblica, comunale, regionale, statale ed europea.
Anche da questo punto di vista è assolutamente distorcente e demagogico invocare il cosiddetto “tema delle priorità”, che vedo emergere da alcuni settori della borghesia “colta” della nostra città. Una vera stupidaggine.
Porsi la domanda se è meglio riaprire i Navigli o costruire nuove case popolari è fuorviante, perché è indubbio che nuove case popolari vanno costruite, così come vanno ammodernate le scuole e gli ospedali e così come vanno riparate le buche per terra, ma nessuna città al mondo è mai cresciuta e prosperata solo soddisfacendo i fabbisogni arretrati, senza il coraggio di trasformarsi anche attraverso importanti opere pubbliche. Ai sostenitori della regola delle priorità ricordo che, secondo questa logica, la Scala di Milano sarebbe ancora lì sventrata dalle bombe.
I Navigli riaperti saranno a pieno titolo e da diversi punti di vista il simbolo internazionale della Milano del futuro, della sua modernità, competitività ed eccellenza. Momento di orgoglio per tutti i milanesi, segno di una sfida vinta da parte delle nuove generazioni. Le vecchie generazioni li avevano chiusi.





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