Riaprire i Navigli
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“Riaprire i Navigli: nuova aria per Milano” il giornale Milanosud del 4 aprile 2015

31 marzo 2015

“Riaprire i Navigli:  nuova aria per Milano”

L’operazione a prima vista potrebbe sembrare irrealizzabile, per le difficoltà economiche e la conformazione attuale della nostra città. Ma secondo Biscardini non è così: lo ha annunciato il 23 febbraio scorso, presentando il suo libro sul tema, con accanto il vicesindaco Lucia De Cesaris e il governatore Roberto Maroni. Che si sono detti possibilisti. Allora, per fare chiarezza, abbiamo incontrato Roberto Biscardini.
Cosa si intende per riaprire i Navigli?  L’architetto Biscardini afferma che questa è un’opera certamente nel segno della memoria e del passato ma, citando il noto archeologo Andrea Carandini, sostiene che il passato serve per  progettare il futuro, e non per ripristinare ciò che non potrà mai più tornare. Dunque la riapertura dei Navigli è un’opera moderna, che vede l’acqua come  forma di rigenerazione. L’acqua viene vista in un’ aspetto nuovo per Milano, ma non per i giovani d’oggi, che la possono già conoscere- in questo modo- nei loro viaggi: dal Nord al Sud America, fino alla penisola arabica e in molte parti del Nord Europa. L’acqua, dunque, come una risorsa: la chiave del cambiamento della città, il modo per costruire una nuova Milano.
Percorso e viabilità
Il progetto prevede la riapertura dei Navigli dalla Cassina de’ Pom fino alla Darsena. Il percorso, lungo 8 km, sarebbe tutto da realizzare nella sezione  storica del vecchio alveo del fiume. Quest’ultimo, dunque, dopo aver percorso via Melchiorre Gioia fino ad arrivare al Tumbun di San Marco, attraverserebbe  tutta la cosiddetta “Cerchia dei Navigli”- costeggiando il lato interno della città- fino a raggiungere il suo bacino. E da lì continuerebbe il suo naturale cammino, lungo il Naviglio Pavese o il Grande. Un progetto che non può essere pensato senza modificare la città, la sua forma e la riorganizzazione della viabilità. Ma immaginando, anche, maggiori pedonalizzazioni e minor traffico. Infatti la circolazione delle macchine, e dei mezzi in generale, sarebbe sostenibile sulla cerchia parallela e più esterna a quella dei Navigli, nonché  lungo la Cerchia dei Bastioni. Inoltre, bisogna contare che sotto la Cerchia dei Navigli è previsto il passaggio della linea quattro della Metropolitana. In questo quadro il progetto è definito compatibile ed è, quindi, premessa per una riduzione del traffico senza causare problemi ai cittadini. Bisogna aggiungere che il percorso del Naviglio non andrà ad occupare tutto lo spazio stradale oggi presente, ma solo una parte di esso. La circolazione dei mezzi  stradali - almeno in una corsia - sarà garantita.
Competenze e finanziamenti
L’opera, come si è detto, della lunghezza di 8 km, ha un costo stimato all’incirca di 150 milioni di euro paragonabile, dice il dott. Biscardini, al costo di meno di un km di metropolitana. Dunque, continua l’architetto, il costo in sé non è molto significativo, ma ciò che è davvero importante riguarda la qualità del progetto architettonico, visto che si entra nel centro storico cittadino.  Ecco perché le competenze sono molteplici e saranno fondamentali  la cooperazione e il coordinamento tra le istituzioni interessate: Regione Lombardia, Comune di Milano e Consorzio Villoresi. È molto probabile che l’associazione prepari nelle prossime settimane un accordo di programma sul quale tutti gli enti si impegnano a evidenziare le problematiche del progetto e a discuterle insieme. Criticità che potranno essere urbanistiche, idrauliche ma non finanziarie. Biscardini, infatti, afferma che l’opera è autofinanziabile e non dovrà pesare sul sistema pubblico. Essa potrà essere sostenuta attraverso: project financing, cioè investitori privati; sottoscrizioni popolari e fondi europei. Infine, quest’intervento andrà a produrre ricchezza e, aggiunge il suo primo sostenitore, deve essere visto non come un’opera pubblica, e quindi un costo, ma un investimento che possa portare guadagno e maggiore qualità della vita. Non per nulla lo slogan dell’associazione è  “ci guadagneremo tutti!”.
Tempi e criteri di lavoro
Si è calcolato che i tempi di realizzazione del progetto - una volta che i lavori avranno inizio - dureranno all’incirca sei anni  e si andranno a dividere verosimilmente in due blocchi. Il primo riguarderebbe via Melchiorre Gioia. Un tratto abbastanza semplice da realizzare, dato che l’acqua è presente nel suolo sottostante fino alla Conca dell’Incoronata, zona Porta Nuova. Il secondo blocco interesserebbe la Cerchia dei Navigli, dove andrebbe riaperto il vecchio alveo e costruito il Naviglio. In questo modo si porterebbe  all’interno di Milano l’acqua dell’Adda , il suo paesaggio e, appunto, la sua “ frescura ventenne”.
Per informazioni sul progetto: www.riaprireinavigli.it
Oreste Sorace





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