MICHELE SERRA SPARA SUI VECCHI NAVIGLI E COSÌ DEMOLISCE ANCHE I NUOVI. MA NON E’ CONVINCENTE

23 maggio 2014

Michele Serra, icona della sinistra italiana, satirico e non solo, durante un convegno che si è tenuto qualche giorno fa alla Triennale di Milano sul tema degli “Innesti” dell’architettura a Milano, nel continuo processo di modernizzazione della città, presentato da Cino Zucchi, alla presenza dell’assessore Ada Lucia De Cesaris, secondo noi a freddo e in modo assolutamente gratuito e superficiale se l’è presa indirettamente con il progetto di riapertura dei Navigli.

Dice nella sostanza Michele Serra. Basta con questa idea edulcorata dei Navigli milanesi che adesso si vorrebbero persino riaprire. Basta con l’idea che i Navigli fossero una “bella cosa” e con l’idea che siano stati chiusi perché c’erano degli interessi immobiliari che il fascismo in qualche modo ha favorito. I Navigli – continua Serra – sono stati chiusi perché facevano schifo, puzzavano, erano delle fogne a cielo aperto. Luogo comune e non documentato. E legge, in un pessimo dialetto milanese, una poesia in cui si parla male dei Navigli. Non dice di che anno fosse quel pezzo, eccetera eccetera. Peccato che molti sanno che le cose non stavano così. Perché al momento della loro chiusura nel 1929 e per giunta fino al 1960, Milano le rete fognaria l’aveva già sostanzialmente costruita. Qualche scarico abusivo ci poteva ancora essere, ma le cose non stava così. La tesi secondo la quale la chiusura dei Navigli sarebbe stata salutare perché i Navigli erano sporchi, ormai è più che dimostrato essere una tesi pretestuosa e conservatrice. D’altra parte basterebbe documentarsi un po’, attraverso le testimonianze scritte e il dibattito che ruotò intorno ai membri della commissione edilizia di Milano prima della loro chiusura e basterebbe guardare le fotografie di allora. A meno che Serra non consideri i milanesi una massa di cretini che nel Naviglio ci facevano il bagno e le donne ci andavano a lavare i panni, nonostante fossero sporchi. Altri ancora andavano a pescare.

Forse Michele Serra, che sa benissimo cosa sia la rendita immobiliare, dovrebbe domandarsi come mai i Navigli siano stati chiusi solo nella parte della città più centrale e più ricca, dove i valori immobiliari erano già allora i più interessanti, e non all’esterno delle città nelle zone agricole.

Peraltro, se le acque fossero state putride, lo sarebbero state anche per le attività agricole nei Navigli esterni. Insomma Michele Serra, senza pensarci su molto, si è schierato contro il progetto di riaprire i Navigli partendo dal pretestuoso racconto retorico dei vecchi Navigli sporchi e puzzolenti, non considerando il valore innovativo del nostro progetto e di ciò che potrebbe rappresentare per la nuova Milano. Senza sapere che il progetto dei nuovi Navigli per il futuro, che saranno ricostruiti lungo il tracciato di quelli vecchi, non parte dell’immagine edulcorata dei Navigli chiusi e maleodoranti, ma dall’idea di una città nuova.

Speriamo di non aver capito bene e per il momento speriamo che non racconti queste cosa a Fabio Fazio, visto che è dedito a scrivere i testi delle sue trasmissioni.